La città di Susa è dominata non solo dal ben noto Rocciamelone 3500 m ma anche dal M.Giusalet 3300 m dove "stranamente" nessuno ha mai appoggiato le ruote grasse. Nduma vidé, nè !
Start drammaticamente tardo da Novalesa 810 m, parcheggio senza problemi.
Pedale quasi asociale fino a Moncenisio 1430 m, breve asfalto e sentiero dei frati per Bar Cenisio.
Ottimo sterrato / mulattiera con qualche spintarella ogni tanto e si arriva a Grange Marzo 2000 m con panorama già notevole sulla valle. Da qui forse sarebbe meglio seguire le indicazioni per rifugio Avanzà dal vallone della Vecchia con promettente mulattiera ma ero incuriosito dal sentiero balcone sulla Val Clarea. E così, aggirando la Punta Mulatera su ottimo sentiero assolato si perde un filo di quota e si percorre il sentiero militare per il passo Avanzà e subito dopo il rifugio. Pedale solo timido ma gran viste verso Niblè - Ambin (ocio all'esposizione in alcuni brevi tratti). 2570 m ultima acqua.
L'amico Giusalet è lì ad un tiro di schioppo e in 2 ore teoriche dovrebbe essere flaggato. Sentiero inizialmente lissio e facile poi sopra il bellissimo lago della Vecchia troviamo breve e scomoda pietraia. Sui 2800 torna ben semplice e quasi auspicabile per eventuale discesa ma dai 3000 diventa ripidissimo e molto faticoso con frequente uso delle mani per risalire il canale detritico. Ultimo castelletto si aggira sulla sx dopo aver costeggiato la parete rocciosa. Ocio ad un paio di gradoni che da soli e con la biga in groppa e magari ghiaccetto o bagnato non sono proprio simpaticissimi.
3313 m, cima ! Ora tarda, freddo autunnale e ignoto impongono sosta brevissima ma il panorama a 360 è veramente spaziale e meritevole delle 6-7 ore di salita.
Tutto il plateau sommitale è marziano e inizialmente perfettamente ciclabile su sfasciumi fini (non tralasciare il cimotto senza nome di quasi pari quota). Seguendo tacche rosse e ometti ci si arrangia poi tra balze discontinue dove molto conta la linea da azzeccare per rimanere in sella più a lungo (il ghiaccio oggi non aiutava). Timbrata anche la Cime de Bard 3168 m si prosegue facilmente fino ai 3000 m dove compare un signore con falce. E' l'Angelo della Morte, custode della peggior pietraia auspicabile. Quasi 300 m di Deportage tossico e faticosissimo con solo 50 m di perculata ciclabile breve ed illusoria. Disagio ai massimi livelli !
Giunti finalmente al bivacco Piero Vacca (acqua) ci meritiamo l'ultima barretta per affrontare il vero regalo di giornata. Sentiero bellissimo e ottimamente tracciato in un versante complesso e ripido. Opera d'arte tra innumerevoli stambecchi ! Inizialmente si galleggia su rolling stones poi fondo più scorrevole ma sempre d'impegno tecnico con tornanti a gogo. Diversi passaggi puntuali trialistici meriterebbero più riguardo ma il tempo stringe. Tra un nose e l'altro le difficoltà vanno via via riducendosi fino ad un bel finale scorrevole ma sempre guidato fino al lago d'Arpon. Top !
Non rilassatevi troppo perchè il livello di tossicità non è ancora finito. I prossimi 200 metri infatti precipitano su Fondo Bar su sentiero EEA. A parte qualche metro è teoricamente mortalmente ciclabile da qualche alieno, io oggi ho salvato l'onore sui tornantini più stretti e lasciato i gradoni troppo ripidi e rocciosi ai giovani kamikaze che seguiranno a frotte questo itinerario 😇😇
Luci ON nel fitto bosco e finalissimo da Scimmia (easy) e Stressante (bello cazzutello a tratti).
In conclusione: itinerario estremamente faticoso e fuori dagli schemi anche per i normalmente disagiati ma una grande avventura arricchita da ambiente marziano e discesa dal Bivacco di assoluto rilievo.
Distanza: 34 km
Dislivello: 2700 m
Tempo: 11 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Durissimo+
Traccia Gps:
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