giovedì 10 ottobre 2024

TOR MTB 2024

Si può fare il TOR in mtb, magari rispettando il cancello gara di 150 ore?
Tutto è nato così.
Da una domanda stupida, posta da persone ancora più stupide.
Una di quelle cose che si dicono ma che non si tirano mai fuori dal cassetto delle minchiate per portarle sul piano della realtà.
Invece dopo mesi di incubazione sono riuscito a partorire l'idea perfetta per testare la mia soglia di sopportazione di sofferenza e disagio.
Qui descrivo il percorso seguendo le tappe con cui l'ho diviso.
Inizialmente doveva essere diviso diversamente ma durante l'avventura ho poi modellato il programma in base alle necessità del mio fisico di riposare.
Se qualcuno dovesse essere abbastanza stupido da volerlo ripete mi contatti per qualsiasi ulteriore
informazione.

Prima tappa da Courmayeur al rifugio Chalet de l'Epee
80 km e 4600 m d+ circa
pedal 1100 m 
portage 3500 m
Completata in 17h30
4 ore di sonno

Partenza dal centro di Courmayeur 1200 m, primo pezzo su asfalto poi dopo una piccola sezione di bici a
spinta, per iniziare a saggiare cosa ci aspetterà per i prossimi 26k di dislivello, si arriva ad una poderale a tratti dura ma pedalabile che porta agevolmente al Col d'Arp 2571 m da qui discesa semplice ci adagia a La Thuile 1450 m in comodità.
Da qui si pedala agevolmente fino alle cascate del Rutor seguite da portage/spintage per guadagnare il rifugio Defeyess 2487 m. Tagliatelle con cervo da sballo.
Per arrivare a Valgrisanche attraverso il Passo Alto 2846 m iniziano ad essere sudore e bestemmie. Deportage anche per la discesa in zona bivacco Zappelli 2279 m. Risalita al col de la Crosatie 2826 m con tratti attrezzati croccanti che con neve o ghiaccio farebbero impensierire le mutande. La parte finale di discesa diventa tecnica ma ciclabile e ci ritroviamo in Valgrisa.
Salita al rifugio Epée 2370 m inizialmente pedalabile e tranquilla poi traverso in facile portage e si può fare una pausa con le offerte culinarie dei super gentili gestori. Provare per credere!

Seconda tappa dal rifugio Epée al rifugio Dondena

60 km e 4600 m d+ circa
pedal 900 m
portage 3700 m
completata in 27h30
1h30 di sonno

Salita al Colle Finestra 2843 m in portage totale, azz si inizia a tribulare. Prima parte di discesa molto ripida e con terreno non sempre grippante ma qualcosa si fa, poi migliora e ci si diverte staccando tutti i
controlli.
Da Rhemes Notre Dame nuovamente portage integrale fino al colle di Entrelor 3002 m. Qui discesa in
comune con la classica Punta Percià. Gas aperto e in pochissimo tempo si viene catapultati a Maisonnasse 1650 m pronti per ricomincia con portage integrale e asburgico fino al Col Loson 3290 m. Difficile solo nell'ultima parte causa terreno molto friabile che fria e frana. Discesa con primi metri di corde fisse che si possono provare con dotazione di mutande di ghisa ma consiglierei almeno terreno asciutto. Poi il sentiero diventa un bellissimo flow da gas aperto, con qualche piccola interruzione causa frane, fino al rifugio Vittorio Sella 2578 m. Da qui rotto e tecnico, con violenza gratuita per copertoni e cerchi, fino al ponticello comunque tutto ciclabile. La parte dopo il ponte, fino a dentro al bosco, diventa molto difficile causa rocce e gradoni quindi ciclabile solo a tratti se si vuole tenere in bocca tutti e trentadue i denti. Il sentiero nella parte finale prima di Cogne torna ad essere scorrevole e facile, qualcuno direbbe mammario.
Salita fino al rifugio Sogno 2527 m che è in comune con la classica salita all'Invergneux, con tutto pedal per scaldare la gamba. Dal rifugio si torna a fare sano portage fino a finestra di Champorcher 2823 m. Discesa fino al rifugio Miserin 2580 m tecnica e non banale poi poderale fino al Dondena.

Terza tappa dal Dondena al Barma

60 km e 3000 m d+ circa
pedal 1700 m
portage 1300 m
completata in 21h
5h sonno

Dal Dondena si va a prendere la discesa su Champorcher denominata scaletta. Single track di rocce tecnica e bellissima, tutta ciclabile di difficoltà costante medio/alta ma da pannolone causa divertimento assicurato.
Da Champorcher si alternano pezzi di poderale con alcuni tratti molto scomodi e praticamente a ciclabilità zero causa pietre infami fino a Pontboset circa. Un po' di portage nelle risalite per non farselo mancare mai e nell'ultima parte prima di Bard 350 m si torna ad una discesa facile e godibile. La salita fino al rifugio Coda 2254 m alterna una prima parte di asfalto e una di portage con pietraia e sentiero. Dal Coda al Barma 2060 m è una delle parti più difficili e provanti per la bici perchè la ciclabilità, anche nelle discese risulta quasi pari a zero. Agonia assicurata e vi chiederete sicuramente chi ve l'ha fatto fare. Non bisogna demordere. Qui il portage è difficile in mezzo a pietre e vegetazione sporgente che vi farebbe sognare un lanciafiamme per farvi largo in mezzo ai rami.

Quarta tappa dal Barma al rifugio Alpenzu

33 km e 2500 m d+ circa
pedal 300 m
portage 2200 m
1h di sonno

Continua la sezione da psicologo e ansiolitici. Con disagio e disperazione si arriva al colle della Vecchia 2200 m attraverso i colli Marmontana 2349 m e Crenna Dou Leui 2306 m, e voi spererete di scendere dal classico sentiero a tornantini e invece no.
Si punta verso Niel e dopo una prima parte diversamente divertente si ritorna a fare pezzi di deportage con bestemmie annesse. QI necessario sicuramente inferiore a 60 punti.
Almeno al ristoro di La Gruba 1564 m la polenta è spaziale e vi farà dimenticare un po' delle pene infernali che avete patito per arrivare fino qui! 
Salita, neanche a dirlo, in portage fino al colle Lazoney 2389 m.
Dal colle finalmente si torna in sella e si riesce a scendere godendosi la discesa e tornando a non odiare completamente questo sport. Tappa obbligatoria all'agriturismo Blekene.
Sentiero tecnico poi scorrevole fino a Gressoney.

Quinta tappa da Alpenzu al rifugio Magià

55 km e 4000 m d+
pedal 800 m
portage 3200 m
Compleata in 22h
7h sonno

Portage integrale per passare dal rifugio Alpenzu e via su fino al Col Pinter 2777 m. Qui chi ha fatto il Testa Grigia (consigliato) sa che la discesa è da lacrime ad esclusione del pezzo (corto) con corde fisse. Il
resto è un tripudio di pietre e divertimento. Braccia tritate ma felicità a fondo scala!
Finalmente si pedala un po' in salita e da Champoluc al rifugio Tournalin 2546 m si usa la bici anche per
salire ma non vi abituate troppo!
Breve portage fino al Col di Nannaz 2773 m poi si scollina al Col de Fontaines 2680 m e da qui una delle più belle discese della valle ci fionda giù fino a Valtournenche. Fatta senza pause è dura ma soddisfazione che zampilla da ogni poro. Tecnica ma godibile dall'inizio alla fine. Fatela!
Ora si torna a caricarsi la bici sulle spalle per salire al rifugio Barmasse, piccolo pezzo di poderale poi nuovamente portage per scollinare la Fenetre d'Ersaz 2285 m e continuare verso la Fenetre du Tsan 2720
m.
Da qui si scende fino al rifugio Magià. Non so classificare bene la ciclabilità in quanto mi sono trovato su questo segmento di notte con vento forte e nevicata in corso. Non le condizioni migliori per portare a casa la pelle scendendo in sella.

Sesta tappa dal Magià al rifugio Champillon

45 km e 3500 m d+
pedal 500 m
portage 3000 m
completata in 21h
1h sonno

Anche qui portage praticamente integrale fino a scollinare il rifugio Cuney 2650 m, poi brevissima discesa
tecnica, risalita al Col de Chaleby 2680 m e via fino al Col di Vessonaz 2777 m.
Nuovamente un po' di discesa divertente fino a Oyace, a tratti difficle.
Da Oyace 1300 m si risale al Brison 2510 m, neanche a dirlo portage praticamente integrale e discesa su Ollomont tecnica e a tratti molto difficile. Qualche passaggio troppo hardcore da provare durante il TOR.
Da Ollomont si può sfruttare un po' la poderale con pendenze in alcuni casi da gambe bioniche però volendo si potrebbe pedalare fino al rifugio Champillon 2428 m se si vuole evitare il portage del sentiero.

Settima tappa dal rifugio Champillon a Courmayeur

70 km e 4100 m d+
pedal 2000 m
portage 2100 m
completata in 15h

Si vede quasi la luce!
Dal rifugio si sale (portage) al colle omonimo 2709 m.
Discesa che non posso valutare fedelmente in quanto fatta con molta neve a terra, quindi mi attengo alle dichiarazioni del buon Paiogs che la ritiene ciclabile con buone mutande in dotazione!
Invece confermo che la parte bassa è godibile e divertente. Fino a Saint-Rhemy si viaggia su saliscendi in poderale quindi tutto agevole.
Si inzia finalmente la salita al Malatrà 2925 m che fa capire di aver quasi finito l'agonia. Fino all'alpeggio sotto il rifugio Frassati si può sfruttare la strada e pedalare un po'. Poi si torna alla dura realtà e la bici va di nuovo portata. Prima del colle c'è il famoso e famigerato tratto attrezzato ma in realtà, anche con la neve, io l'ho trovato molto agevole. La discesa verso Courmayer è bellissima! Io seguendo il percorso della gara ho dovuto ancora scollinare il Col Entre Deux Sauts 2525 m e fare la circumnavigazione di Testa Bernarda. Però così facendo si va a passare dal rifugio Bertone 1980 m e si può godere di una discesa su Courmayeur ripida, fatta di pietre, radici e tornanti. Non c'è modo migliore per chiudere questo anello del disagio.

Totale 148h 24 minuti
Ore totali di sonno 19.5
Ore in movimento 100
Dislivello su traccia Garmin 26314 m con 389 km: TOR MTB 2024

Di cui portage 19000 m circa

Risultato

Ho capito che si può fare meglio quindi stay tuned per sviluppi ancora più da ricovero psichiatrico

IL CALDO















domenica 6 ottobre 2024

Gran Piano 2220 m - Cialma 2260 m: il Disagio del Re

I 100+ tornanti dello scouting di Luca Sentiero del Re 2911 m - 3005 m con finale inedito
mi hanno tolto il sonno per una settimana. Non resta che dedicargli un itinerario ad hoc e completare la mappatura insieme a Fabio, MTB-TOR finisher 2024, e socio Vittorio.

Star da Pianchette 1180 m, valle Orco.
Breve ma ripido asfalto fino a sopra Balmarossa 1380 m, due spintarelle e siamo alla mulattiera Reale.
Un capolavoro d'altri tempi ancora in buono stato di conservazione che permette di pedalare, con buona gamba, al 80-90% fino alla Casa di Caccia del Gran Piano 2220 m. Veramente notevole !
Purtroppo il meteo oggi è proprio loffio e l'explo ai laghi superiori di Ciamousseretto è rimandata.
Passato il ponticello, qualche metro disagevole sotto la Casa, si prosegue in falsopiano per poi svalicare, con 2-3 tornantoni semipedalabili/spintabili, nel Vallone del Roc. Un traversone panoramico (suppongo) da urlo quasi completamente ciclabile tutto sul filo dei 2250 m ci pedala fino all'Alpe Foges dove ci si ricongiunge alla classica discesa dal Terra-Porta. Bello assai !
Fino a Cà Bianca 1950 m attraverso il colle Sià il percorso è il medesimo, sempre valido e non banale.
Altro sentiero balcone ma questa volta ben poco ciclabile e si risale spesso in Portage fino ai 2260 m appena sotto il Casotto delle Cialme. Paninetto ghiacciato, mutanda di ghisa e ... zò de lè !
I 600 m di vertical a piombo su lago di Ceresole sono magistralmente addomesticati dai 100+ tornanti dell'aMMore. Tutti ben stretti, tecnici e mai banali. Oggi anche vaginosi ma comunque sempre su terreno ottimo tranne qualche tronchetto della felicità in legno. Esaltanti, serrati ma specialistici. Marooo !
Atterrati poco sopra Ceresole 1700 m, ritraversiamo sul sentiero dei sensi prima scialli scialli su moquette reale poi il geometra del Re deve essere andato in ferie perchè diventa single con varie pietraie che abbassano la ciclabilità. Vabbuoh oramai siamo alla risalita vera e propria su fino al Prà del Cres 2000 m a pedale nullo. La discesa parte poco più avanti. GTA, ottimo e divertente con diversi passaggi più tecnici.
Poco sopra Borgo Vecchio 1580 m la vaginosità diventa veramente troppa e una volta giocati i jolly di giornata non rimane che portare a casa la pelle evitando come la morte le pietre muschiate. Fortunatamente la fitta faggeta successiva fa tornare il testosterone in bolla e il gran finale super tecnico, fisico e a chiocciola di scogli fissi ci deposita alla macchina con ancora tutti i denti a disposizione per il bacio accademico all'asfalto.

In conclusione: Top tour, dislivello abbordabile ma contenuti tecnici di primissimo livello. Marca giù !


#JAGTeam
#ciclodisagio

Distanza: 27,5 km
Dislivello: 2000 m
Tempo: 9 h
Difficoltà tecnica: Molto Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia gps: il Disagio del Re









sabato 5 ottobre 2024

Valle Orco - Colle di Nel 2551 m e Lago delle Rocce 2440 m

Giro in valle Orco con partenza da Ceresole Reale, speculare rispetto a quello della settimana scorsa (sentiero-del-re-2911-m-3005-m).

Partenza dal paese (1556m) con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, asfalto per un breve tratto dopo la diga e si comincia: si sale in soft portage contemplativo, immersi in un bellissimo bosco fino ad arrivare all’alpe Loslà (2040 m) dove si ammira la Cima della Piccola (2868 m) innevata. Si attraversa sempre in spinta un pianoro un poco paludoso e si arriva all’attacco della salita bella ripida per il Colle di Nel (2551m): portage duro con pietraia sul finale. Arrivati in cima la vista è semplicemente magnifica. In direzione della salita appena percorsa il lago di Ceresole e più in alto il laghetto di Dres. Verso sud-ovest gli over 3000 con le Levanne, l’Aguille Percèe e la punta dell’Uja. Verso nord-ovest, in basso, l’ampia Alpe di Nel e all’orizzonte la Punta di Galisia e il Basei . Il cielo è terso la temperatura si è alzata: mi pregusto la discesa. Parte ripida ma si cicla, c’è una inaspettata traccia pulita pulita in mezzo alla pietraia, solo in alcuni tratti pago penalità ma solo per la profondità del solco che si attraversa. Scegliendo bene le traiettorie si riesce a stare in sella alla grande: topperia !
Si arriva cosi all’alpe di Nel, si attraversa in sella senza problemi fino al rifugio Jervis (2240m): le Levanne son così vicine che sembra le puoi toccare . Decido di fermarmi più del dovuto ad ammirare il panorama, oggi me la voglio prendere comoda ....
Finito il riposino proseguiamo sul 530 (consigliato da un esperto del settore disagio) e ci troviamo di fronte una lunga discesa di quelle toste, tutta da guidare in attacco, tra pietre e radici ma sempre in sella. Una discesa dove è consigliato un ammo dietro generoso per intenderci 😊 . Quasi in fondo una manciata di sfiziosi tornantini e arriviamo discretamente brasati ma pienamente soddisfatti all’incrocio con la strada per il Nivolet.
Ormai sono fuori tempo per portare a termine il giro che mi ero prefissato ma va bene cosi, vada per i 2/3. Proseguo su statale fino a incrociare il 532a che su comoda sterratona ci porta ad attraversare il vallone del Carro. A circa 2170m si attraversa una pietraia e si prende a salire, con un misto di spintage/portage, all’alpeggio delle Rocce Grandi, fino a sbucare all’omonimo lago (2440m). Altra pausa contemplativa poi comincia l’ultima discesa.
Start molto blando, qualche micro passaggio difficoltoso e girato l’angolo booom !!! 
Vista da sindrome di Stendhal sul lago Serrù, in basso una discesa che sembra apparecchiata apposta per un finale da incorniciare ed infatti è così. Il menù prevede tornantismo quanto basta su un terreno che ricorda le mie gite sul Supramonte, alcuni passaggi su brecciolino che attraversa la flora con colori autunnali sul rossiccio, una discesa da fare in punta di piedi senza spostare un granello di polvere, da non lasciare traccia di passaggio. Oggi non poteva andarmi meglio, due salite due discese una più bella dell’altra. Finisco il tour percorrendo il sentiero Italia che costeggia il torrente Orco, qualche saliscendi ma tutto perfettamente ciclabile e ritorno su asfalto al mezzo .

In conclusione: ho già detto tutto, guardatevi le foto.


Distanza: 30 km
Dislivello: 1900 m
Tempo: 8 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia Gps: Valle Orco - Colle di Nel e Lago delle Rocce




























Punta d'Orogna 2474 m Cazzola 2330 m

Posteggiamo facile a Baceno VCO 630m e dopo 3 km superato Croveo salutiamo l’asfalto. Attraversiamo il ponticello (acqua) e seguiamo le indicazioni per il treno dei bambini. Costeggiamo le carrozze ferroviarie adibite a colonia estiva e prendiamo la sterrata che dopo una partenza facile fa calmare i bollori con rattoni poco raccomandabili. All’ultimo tornante ci immettiamo in moquettato e difficile sentiero seguendo per Esigo. La prima parte alterna pedala/spingi ma poi si rimane costanti in sella. Arriviamo a nuova sterrata e proseguiamo a sx in salita. Si pedala facile guadagnando quota e sotto le incombenti pareti di Cistella e Diei siamo accompagnati, vista la stagione (Ottobre), dall’incessante e vicinissimo bramito dei numerosi cervi presi in faccende amorose e territoriali. Piccolo guado sulla dx e schifando il facile sentiero che sale pigro ci inerpichiamo su labile traccia prativa. Il primo alpeggio è raggiunto e ora su sentiero piacevole raggiungiamo l’Alpe Bondolero. Ecco dinanzi a noi l’omonima valle e portandoci avanti scorgiamo all’apparenza lontanissimo il passo Valtendra, 2430 m, primo step di giornata. Niente traccia, niente bolli, se non sul finale, ma si punta il colle e non ci si sbaglia. Primo affaccio verso il Veglia con monte Leone e Terrarossa a farla da padroni. Torniamo indietro ma dal sentiero alto, magnifico, in leggera discesa completamente ciclabile finchè non ricomincia a salire, ma attenzione all’esposizione e ad un paio di passaggi sbaglia e muori. La seconda parte è a spingi/porta ma con il coreografico finale pedalato per arrivare alla Scatta d’Orogna. Qualche passetto in più e siamo alla Punta d’Orogna 2474 m. Complice la giornata fotonica panorama a 1000 sul meglio dell’Ossola. Scendiamo con buon impegno 100% in bici fra sassi, pietroni e scogli fissi. L’ultima parte molla le difficoltà e in breve raggiungiamo il bivio per il Cazzola. Qui incomincia la parte più zen del giro, morbidi e a volte appartati panettoni erbosi, fra pedale e spintarelle, con alle spalle le severe pareti di Cornera e Cervandrone. Cima del Cazzola 2330 m ed ennesimo 360 da ricordare. Scendiamo a fantasia (ocio ai buchi) verso gli impianti e poi pieghiamo a sx trovando il sentiero che ci porta all’alpe Misanco e all’attacco della breve bastionata da salire spallando oltre la quale siamo nei pressi del lago Nero e dove un sentiero per nulla facile permette di sfoderare tutte le proprie abilità. Caliamo quasi alla fine della val Buscagna e poco oltre ci lanciamo nella divertente e per nulla scontata discesa che ci fa atterrare alla piana del Devero. Qui si può prendere direttamente l’ultima discesa, ma se si ha tempo di allungare un poco come in traccia si risale facile a Crampiolo per il sentiero invernale e si scende dall’altra parte su ottimo sentiero. Superiamo il posteggio e prendiamo a dx la mulattiera a chiocciola verso Goglio poi con altri sentieri perdiamo ancora quota. Inevitabile velocissimo trasferimento su asfalto per ritrovare il treno dei bambini ma questa volta seguiamo i bolli a sx e con sentieri sempre vari e mai banali raggiungiamo prima le marmitte di Croveo poi Baceno dove con 2 minuti di bitume siamo all’auto.

In conclusione gran bel giro dai panorami di primissimo livello con ottimi spunti tecnici ma senza esagerazioni.

Distanza : 41 km
Dislivello : 2500
Tempo : 9 ore
Difficoltà tecnica : medio/difficile
Condizione fisica : duro
Traccia: Punta d'Orogna Cazzola















Monte Clopacà 2738 m

Buongiorno bikers eccoci nuovamente in Piemonte per un giro che permette di percorrere una cresta entusiasmante con panorami top level sulla valle, Rocciamelone ecc ecc..

Start da Chiomonte 750 m pedalando su bitume ci dirigiamo verso Exilles costeggiando il suo forte dominante sulla bassa valle. Deviamo a dx e poco dopo e abbandoniamo l'asfalto per seguire una mulattiera ben pedalabile sino in prossimità della chiesetta Madonna di Rocciamelone che per pendenza raggiungeremo a spinta (10 min).

Da qui comoda mulattiera in direzione rifugio Levi Molinari che bypasseremo per arrivare dove la strada finisce sopra la località Grange della Valle.

Inizia un tratto ripido a spinta o spalla 200 m dislivello e successivamente un ottimo sentiero con pendenza regolare. La bombola d'ossigeno permette ai più forti grandi tratti a pedale ..... per chi vuole economizzarne l'uso ... comoda e piacevole spinta con viste superbe sullo Chaberton, Pic de Rochebrune, Assietta, Mont Beuri, Ambin e il Sommelier. TOPPERIA

Si arriva così sino al passo di Clopaca' 2744 m e successivamente al vicino monte Clopacaà 2738 m stranamente piu basso del colle.
Inizia ora la parte esplorativa del tour dove non ero riuscito a trovare informazioni sulla ciclabilità.
Ci lanciamo in discesa su un largo spallone iniziale da percorre in freeride. Poco dopo la cresta diventa stretta e in un passaggio è molto esposta sotto roccia. Continuiamo sempre su cresta, ora leggermente più larga, e con S sino ad entrare zigzagando tra i Denti di Chiomonte dove parcheggiamo le bike per gasarci come delle bisce per il fighissimo tratto percorso.

CRESTA, SENTIERO E PANORAMA!!! OLLAMADONNA KE SPETTAKOLOOO

Dai Denti ci abbassiamo in un lariceto su bellissimo ST sino al largo vallone. Continuiamo per sentiero e stradella spaccata sino alla località TIRACULO. Nuovamente su bel ST filante sino a Buttigliera in val Clarea.

DA QUI ATTENZIONE seguite la traccia che appena dopo il bacino d'acqua scende in sterrato.
ORA ATTENZIONE NON OLTREPASSARE IL FIUME SEGUENDO I SEGNI DEL SENTIERO CAI COME DA TRACCIA. inutile ravanage...

Rimanete ora con utile ravanaggio cercando il sentiero appena visibile in questo tratto.. oltrepassando ostacoli di piante... che poi diventa ben percorribile anche se wild.
Sbuchiamo su una rotabile che porta in prossimità del cantiere Tav che aggireremo seguendo la traccia .... scendendo in una vigna per poi con rotabile ritornare al punto di partenza .

Chiudiamo così un altro super giro esplorativo che ci ha permesso di percorrere una bellissima divertente e quasi mai difficile cresta a sbalzo sulla val Susa.

OLLAMADONNA KE SPETTAKOLOOO
stay tuned

Distanza: 32 km
Dislivello: 2300 m
Difficoltà tecnica: Medio Difficile
Condizione fisica: Durello
Traccia gps: Monte Clopaca