sabato 12 luglio 2025

Punta Laval N 3083 m - S 3094 m - Punta Jean Vert 3150 m

Nel lontano 2020 avevamo già battezzato le Punte Laval N e S lasciando colpevolmente insoluta la più alta Punta Jean Vert 3150 m. Tocca tornarci per aggiungerla al CV del Disagio e già che ci siamo andiamo a dare un'occhiata anche su di là.

Tutto da copione con start da Les Druges 1600 m, pedale sudato fino a 2350 m di Grande Chaux, spingi/porta per il colle di St.Marcel 2906 m e ulteriore push per la Punta Laval N 3083 m e S 3094 m. L'ampia cresta di collegamento con la vetta di giornata è ben ciclabile, ampia e panoramicissima con strapiombo lato est fino alla base della pinna. Portage bello vertical da 100 e ci siamo. Jean Vert 3150 m, la cima è in realtà piatta e larghissima ma fenomenale view point sullo scibile del Disagio valdostano. Un a/r sarebbe, oltre che antiestetica, possibile ma la pinna è proprio ripida, di sfasciumi leggeri e con solo traccia di sentiero. Tipo Tersiva per intenderci. Oggi zò de lè con del buon vecchio freeride. Prima mamme e bambini poi dirupo verticale. Si potrebbe anche proseguire lungo la cresta Tessonet ma poi non c'è reale via d'uscita, ocio ! 5 min di targa nelle mutande e in un attimo siamo alle magnifiche praterie della Testa Doreire 2888 m e del Bivacco Muggia (seguire bene la traccia onde evitare chiamate all'elisoccorso). Ripreso il sentiero si torna nella normale amministrazione. E la cresta là difronte ? Andiamo a vedere. Invergneux contro mano e poco prima del passo deviamo su sfasciumi verso la cresta Vallonet-Penne Blanche. Fino a 3000 m si sale/scende bene ma poi diventa oggettivamente impossibile/inutile con roccia pessima e reali passaggi di arrampicata. No buono, ci vorrebbero ore tra smonta / rimonta bici per poi fare in sella forse qualche decina di metri. Vabbuoh. Si rientra alla base passando di nuovo dal colle S.Marcel con altri 400 diversamente pedalabili e una divertente discesa per la stessa via del mattino (vd precedenti itinerari in archivio).

Da notare: 1. il bel sentiero scovato 2 anni fa nei pressi del lago Layet è quasi scomparso nella vegetazione (infatti ho kannato il finale). 2. il traverso verso il Croquet è tutto da riverificare perchè tutta la zona è stata violentemente colpita dalle recenti alluvioni e oggi non avevo tempo x controllare.

In conclusione: ottimo itinerario che permette un tris di over 3000 e con logistica più comoda rispetto al viaggio fino a Cogne.

Dislivello: 2600 m
Lunghezza: 40 km
Tempo: 9 h
Traccia: Jean Vert 3150 m


verso il vallone St.Marcel

cresta esplorata verso Vallonet-Penne Blanche

Pinna della Tersiva ancora innevata

anche la Rossa ancora innevata

verso la J.Vert su facile dorsale

Motorini VIETATI

J.Vert 3150 m

3150 m ma sembra la ciclabile del Villoresi







sabato 28 giugno 2025

Bocchetta d’Arbola (2409m) e Scattaminoia (2599m)

Valle Devero – Bocchetta d’Arbola (2409m) e Scattaminoia (2599m)

Altro giro relativamente breve (ma intenso), stavolta in valle Devero, in attesa che il ginocchio si riaggiusti completamente (sperem).

Start dal parcheggio a pagamento sopra Goglio (1520m) prima della galleria. Classica e battutissima salita pedalata che attraversa l’alpe Devero, Crampiolo (1780m), Spygher (1920m), Canaleccio (1984m) e poi, con rattoni che costringono anche a proseguire in spinta, arriva all’alpe Forno inferiore (2220m). Niente acqua. Proseguo in spinta/spalla su facile sentiero H18, per alcuni brevi tratti ciclabile, molto panoramico sui laghi sottostanti. Ultimo tratto che aggira un piccolo nevaio residuo (20 metri facili anche senza ramponcini) e siamo alla bocchetta d’Arbola (2409m). Stupendo panorama sul lato svizzero, qualche foto e si scende. Primo bellissimo tratto su pavimento di pietroni perfettamente ciclabile, poi si scende con pendenze relativamente modeste ma sempre in modalità FBL, si continua cosi fino al bivio dove prendiamo la via dell’Arbola e poi ancora fino ai 2250m circa, dove ci attende un sentiero da disagio puro: chiocciola selvaggia, stretta in molti punti, da guidare senza mai un tratto in relax. Nonostante la pendenza è sempre necessario lavorare di pedale per non impuntarsi sui molti ostacoli che si incontrano. Le penalità che pago sull’intera discesa non son poche ma trascurabili rispetto alla bellezza del tragitto (consigliato dotarsi almeno di forcellino di ricambio per un approccio più hard). Arrivo bello soddisfatto al lago di Pianboglio (2000m) e risalgo in spinta fino ad intercettare di nuovo la gippabile che mi riporta all’alpe Forno inferiore. Da qui prendo l’H98, inizialmente in facile spinta poi in alternanza a tratti in spalla, passo un pianoro con un piccolo laghetto e mi avvicino alla pietraia finale a cicra 2450m. Sorpresa: dopo un breve tratto di pietraia, sulla sinistra inizia un sentiero in condizioni eccellenti che porta fino allo Scattaminoia (2599m). Mi affaccio sulla val Formazza, panino e si scende. Acqua finita. Percorro al contrario il sentiero della salita, molto flow rispetto alla prima discesa ma ugualmente suggestivo e panoramico: primo tratto su traverso, poi pietraia con alcuni tratti ciclabili se si prende la giusta traiettoria anche fuori traccia, infine super flow su sentiero pettinato. Per il rientro prendo il sentiero del grande Est, interamente ciclabile, bellissimo, arrivo all’alpe la Satta (2200m), scendo costeggiando un torrente su tratto appena ricondizionato, molto divertente, con suggestiva vista lago. Arrivato all’alpe della Valle (2083m) e decido che basta così. Taglio sull’H14, speriamo di non toppare: sentiero per metà formato da scogli fissi con effetto ventosa pazzesco (evitare se umido), tutti inclinati verso il lago, una goduria incredibile, cercate di includerlo nel tour se ne pianificate uno da queste parti. Rientro al parcheggio con mini deviazione offroad con tornantismo nel finale.
Tour consigliato, allungabile sicuramente nel finale. Alla prossima

Dislivello: 1600 m
Lunghezza: 31 km
Traccia: Arbola Scattaminoia
































sabato 21 giugno 2025

Bivacco Farello 2447m

Val Cairasca – Bivacco Farello (2447m)

Oggi andiamo a ispezionare la zona a est dell’alpe Veglia.

Non siamo riusciti a concludere l’itinerario in programma sia per maltempo che per guasto meccanico (dal rifugio Arona volevamo concludere risalendo verso la Balma per poi percorrere il traverso verso l’alpe Gilardino ).

Start dal parcheggio di Ponte Campo (1320m) , tariffa giornaliera a offerta . Subito rattoni a doppia cifra sulla gippabile per il Veglia, ciclabile per chi ha ottime gambe e fiato, non per noi che facciamo alcuni tratti a spinta. Dalla cappella del Groppallo (1720m) relax su ampia sterrata con suggestiva vista sul canyon del torrente Cairasca, si prosegue così fino a sotto il rifugio Città di Arona (1770m). Spinta su sentiero boschivo, falsopiano difficilmente ciclabile che diventa ciclabilissimo prima di arrivare al pian du Scricc (1940m). Di nuovo spinta facile e arrivo al Pian Sass Mor, dove fortunatamente le nuvole lasciano spazio a una meravigliosa vista sul passo di Valtendra (2433m ) e l’imponente Pizzo Moro (2943m). Altro suggestivo tratto ciclabile che attraversa ruscelli e prati fioriti e si ritorna a spingere duro fino a sbucare al Pian d’Erbioi (2265m), dove si comincia ad intravedere la nostra meta di oggi. Con sorpresa proseguiamo in spinta su un sentiero perfettamente incastonato nella pietraia sovrastante , fino a raggiungere il Farello (2447m), bivacco five stars , dal quale si gode di una vista a dir poco spettacolare: siamo affacciati sul monte Leone (3460m), oggi a sprazzi visibile tra le nuvole, piu a destra la gola ancora innevata che porta alla Bocchetta di Aurona (2770m) e ancora più a destra il Terrarossa (3060m) e l’omonima bocchetta (2685). Capatina alle caldaie poco più sopra, ritorno al bivacco, panino e riscendiamo: fino al Pian d’Erbioi non c’è un centimetro brutto, si guida tutto, una goduria. Poi le cose cambiano drasticamente: pietraia a non finire poco ciclabile fino al Lago Bianco (2160m), un continuo monta e smonta, comincia a piovere e ci prepariamo per il tratto di discesa più duro. Purtroppo il sentiero (per noi) è veramente poco ciclabile, non tanto per la pendenza ma per gli ostacoli che troviamo. I tornantini sono molto scavati, in alcuni tratti franati, ci sono ostacoli e strettoie che ci obbligano a un continuo monta e smonta. Complice anche la pioggia proseguiamo veramente poco in sella. Peccato. Vabbè tornati nel bosco le cose migliorano e scendiamo di nuovo al rifugio Città di Arona, ma ormai la gita è rovinata dalla pioggia battente che non ci dà tregua e da un forcellino cambio piegato. Sosta davanti al camino acceso e poi riscendiamo al parcheggio percorrendo la gippabile dell’andata. In conclusione: tour breve ma appagante dal punto di vista panoramico e dalla prima parte di discesa. Se dovessi rifarlo, al Pian d’Erbioi scenderei per un tratto e poi taglierei diretto verso il Pian du Scricc per concludere un breve anello, poi giù sulla strada dell’andata (bellissima anche a scendere). Oppure fare il giro nel verso contrario (portage duretto dal lago Bianco fino al Pian d’Erbioi). Per i più disagiati percorrere come è descritto. Qualunque opzione sarà comunque disagio.

Dislivello: 1500 m
Lunghezza: 19 km
Tempo: 7 h
Traccia: Bivacco Farello (2447m)















mercoledì 11 giugno 2025

Pizzo Ragno 2289 m - Val Loana

Itinerario per chiudere la trilogia in Val Loana (forse).

Start da Malesco (780m), salita su bitume e prima discesina verso Patqueso (1034 m) per arrivare ad intercettare l’M10 (bello scorcio con cascatelle dal ponte di legno sul Rio del Basso). Salita su facile sterrata oltre l’alpe Basso (1150 m), facile spinta su piacevole track boschivo per poi sbucare all’alpe Alla Spada (1490 m), da dove si apre un magnifico panorama su pratoni fioriti dove spuntano baite 5 stelle ottimamente restaurate. Sempre in spintage si passa dal rifugio Al Cedo e dall’alpe omonima (1590 m), dove si comincia ad intravedere la nostra meta, per poi seguire l’M30 in direzione dell’alpe Al Geccio (1760 m). Da qui in poi si comincia ad apprezzare la totale bellezza della valle: un ampio anfiteatro dove spiccano verso sud il Pizzo dei Diosi (2163 m), la Costa Nera (2008 m), il Sasso Bianco (2220 m) e il Pizzo Nona (2271 m). Proseguiamo su sentiero inizialmente in parte rovinato dal bestiame fino ai laghi del Geccio (2120 m) e a seguire su traverso fino al Pizzo Ragno (2280 m) (ultimi 50m su pietraia).
Magnifica vista a 360°, panino e si scende. 50 m di deportage e poi, su classico sentiero alpino, senza particolari difficoltà ma sempre in modalità FBL, riscendiamo belli trulli sulla traccia dell’andata fino all’alpe Al Cedo. Voto 10 fino a qui. Ora prendiamo l’ M08, su monotono sentiero poco frequentato con continui saliscendi per brevissimi tratti ciclabili, e raggiungiamo prima il Casaletto (1637 m) e poi, invece di imboccare l’M10a che conclude il classico giro ad anello in valle passando per l’alpe Nell’Oro(1433 m), proseguiamo fino alla Cappella di Larecchio (1620 m) per ispezionare la discesa verso S.M.M. .
Da qui è difficile descrivere la rara bellezza di quello che ci attende: prima single track strepitoso su sentiero immacolato, un misto di erba e roccia tutto da assaporare fino all’alpe Cima (1500 m), poi il gran finale sulla infinita mulattiera boschiva che percorre la Costa Fracchia, un luna park con tornanti a gomito mai troppo ripidi perfettamente disegnati. E con questo l’itinerario si guadagna la lode. Rientro a Malesco su ciclabile.

Altro tour da incorniciare. Saluti.

Dislivello: 1900 m
Lunghezza: 25 km
Tempo: 8 h
Traccia: Pizzo Ragno 2289 m