sabato 18 ottobre 2025

Corno del Camoscio 3024 m - Corno Rosso 3022 m + bonus track

Doppietta di 3k Camoscio + Rosso, Valle del Lys. Ultima chiamata del 2025.

Start impronunciabile qualche km dopo Gressoney Saint Jean da parcheggino tattico, 1530 m.
Subito piacevole sterrato fino a La Trinité e trasferimento bordo fiume per Staffal.
Ai 1930 m cominciano le solite note rampe, feroci ed assassine ma con gamba fresca del mattino e spirito suicida si pedalano praticamente tutte. Verso il Gabiet 2300 m si può fiatare ma subito dopo si ricomincia con solo qualche piccola pausa. Per arrivare al Passo dei Salati 2980 m meglio alternare con qualche decisa spintarella. Si risale praticamente tutta la pista di servizio proprio sotto gli impianti ma al 18.10 tutto tace, non c'è anima viva in giro e tutto sommato non è male.
Dal passo il Corno del Camoscio è proprio una formalità da 100 m anche se la neve di oggi aggiunge un pizzico di disagio in più. 3024 m, bandiera tricolore e panorama stupendo a 360 con Piramide Vincent e Lyskam attori principali.
La discesa al Col d'Olen 2880 m è molto bella, non troppo tecnica tranne 1 solo passaggio.
Dal colle diventa più semplice fino ad incrociare le piste. Un taglio buono ed andiamo a prendere la risalita verso la seconda cima di giornata purtroppo per pratoni delle piste da sci.
2580 m, cambio assetto e via di Portage. Ai 2790 m anzichè proseguire fino al Passo di Zube seguiamo ottimi ometti che tutto su sfasciumi ci guidano fin sotto la caratteristica cima dominata da una specie di enorme masso proprio in cima. Tra le rocce si aprono finestre panoramiche da capogiro.
3022 m, un terrazzino incredibile con strapiombo sulla Valsesia. Marooo !
Zo de lè.
Si parte bene 2 m sotto la cima ma poco più avanti qualche decina di m a piedi sono inevitabili. Quasi ininfluenti perchè aggirato lo sperone roccioso si riprende scialli scialli seguendo la via di salita (volendo si potrebbe passare dallo Zube). Quasi tutto semplice ma simpatico e panoramico.

Allo stesso bivio dell'andata mamma regione dice esserci un sentiero non mappato che traghetta sul lago Gabiet. Possiamo non credere alla mamma ? Attraversiamo subito un altopiano, bellissimo e omettato, scendiamo più decisi su sentiero un pochino timido ma ancora ciclabile e ci affacciamo sul grande salto di roccia. 2 appiedamenti, uno breve ed esposto e uno più ripido un pochino più lungo (qualche decina di metri) alternati da qualche tornante ciclabile ma pericoloso. Vabbuoh. Il lungo traverso che segue lo credevo più pendente così lo abbandono e seguo tracce di sentiero senza problemi fino al Gabiet.
Trasferimento per piste e andiamo a prendere l'ottimo e ciclabilissimo sentiero per la Jolanda 2240 m (solo una sezione ben tecnica). A sx del caseggiato parte l'aviolancio. Sentiero tecnicissimo ma ottimamente tracciato per ingannare il pendio estremamente ripido. Tornantini a non finire, brevi ripidoni, nose press senza un domani con difficoltà continue e non trascurabili. Una libidine lenta ed incontrollabile che i soliti pignolazzi potranno contestare per qualche gradone fuori scala. Più sotto molla un attimo ma sempre molto tecnico con i tornanti a dx spesso ben incazzati. Marooo !
Attraversata la pista dei 1850 m l'hypertecnico diventa lussuria, sempre a chiocciola, fondo perfetto ed ancora tornanti non quantificabili in nr. Atterrati in paese vorrei dare il Nobel al Sindaco e limonarlo a lungo, un sentiero così andrebbe incorniciato e lucidato ogni giorno dalla signora Luisa.
Si capisce che mi è piaciuto ?
Struscio in paese a salutare le fans e si tacca zu di là per il defaticamento di giornata.
Prima a pedale, poi in soft Portage schivando la merda di vacca si va a prendere il balcone per Alpenzu Piccolo 1800 m. Luogo ameno e contemplativo che al tramonto diventa mistico ma soprattutto che offre un'ultima discesa difficilmente descrivibile. Assolutamente perfetta, guidata e libidinosa. Pioggia di tornanti uno più bello dell'altro su fondo impeccabile. 300+ m dell'aMMore che ci scodellano come da migliore tradizione letteralmente Nella macchina.

In conclusione: girone vario e di gran soddisfazione obbligatoriamente da programmare a fine stagione quando lo strazio degli impianti di risalita tace.

Distanza: 35 km
Dislivello: 2300 m
Tempo: 9 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia gps: Camoscio Rosso



Il Corno Rosso è quello a sx

Salita al Corno del Camoscio oggi innevata

Foto di rito al Caprone

Vincent e Lyskam

Valsesia

Cimotto prima del Rosso

Finestre panoramiche

Balconcino verso il Rosa

e verso la Valsesia

lato Lys


Là in fondo il Gabiet

Start dal Camoscio

Poser of the day


domenica 5 ottobre 2025

M. Capio 2107 m

Monte Capio 2107 m, ottima esposizione S e balcone d'eccezione sul Rosa.

Start da Bocciolaro 560 m, Valsesia VC.
Bitume con pendenze assassine fino a Montata 860 m e di nuovo rattoni su gippabile immacolata fino a sotto all'alpe Corti (1111 m, "da qui in su si danno tutti del tu").
Si prosegue con tonificante spintage su ampio e pulitissimo sentiero fino al colmetto di Cevia 1515 m, taglio a sinistra con trascurabile perdita di quota iniziale (si puo' proseguire anche sul sentiero poco più in alto che si ricongiunge più avanti) e, sempre in spinta, attraverso l'alpe del Laghetto 1810 m.
Breve sosta alle vecchie cave di nichelio poi la pendenza aumenta fino a giungere, attraverso un sentiero in ambiente prevalentemente erboso, alla cima del monte Capio 2172 m: vista spaziale a 360° su ... tutto ciò che si può apprezzare a vista d'occhio. Topperia valsesiana. Cambiamo piano iniziale che prevedeva a/r e scendiamo passando dalla cresta che conduce al colle della Bonda Piatta 1930 m: pochissimi metri non ciclabili, panoramicissima, sentiero sempre evidente ma a tratti aereo (ocio alla penna !).
Ottima deviazione maestro ! Dalla Bonda si prende il facile traverso che ci riporta all'alpe del Laghetto e poi breve risalita per andare a intercettare l'altro magnifico traverso (l'infinito 561), che con trascurabili monta/rimonta, puntuali tecnicismi spinti e un finale bello vertical ci catapulta all'alpe Campo 1540 m. Si scende sul sentiero dell'andata in relax (ma non troppo) e, in prossimita' dell'alpe Corti, di nuovo giù ma in picchiata lungo i taglioni. Non c'e' un metro brutto, molti tratti belli vertical con tornantismo boschivo misto roccia e passaggi entusiasmanti. Arrivati a Montata procediamo sempre sul 561 che da qui diventa un magnifico single track boschivo prefettamente ciclabile. Superata l'alpe Costabella 820 m, come defaticamento risaliamo in Spintage sul 564A ancora su sentiero boschivo non pulitissimo, attraverso il Bosco dell'Impero, fino a intercettare il 564 che scende dalla Sella dell'Oca (evitate tassativamente eventuale anello dal colmetto di Cevia passando da qui mi raccomando). Non fosse per la folta vegetazione sarebbe perfetto: pendenza mai eccessiva, per nulla esposto, tratti moquettati alternati a tratti piu' rocciosi, tornanti belli a gomito ma c'è tutto lo spazio per nosepressare. Ma che bello è ? Concludiamo con facile taglio fino a Sabbia e poi giù per bitume alla macchina (in teoria da Sabbia dovrebbe esserci un sentiero ma non lo abbiamo trovato).

Conclusione: forse il giro più bello e completo che abbia mai percorso finora in Valsesia (a queste quote si intende), stra-consigliato, non ve ne pentirete.


2050 metri D+
8 ore
26 km
Traccia gps: M.Capio 2100




Non vi preoccupate è una finta

Spintarelle

Finalmente un pò di Portage

Peccato per il Meteo

State calme, siamo sposati

Zò de lè

Poser of the Day

Si parte easy

Ottima cresta ma ocio all'erba scivolina e all'esposizione

Tratti molto ripidi e tecnici

laselandaaa

dalla cima

Sciallo

Alpe Laghetto

Flow dopo l'Alpe Laghetto e prima dello scapicollo su Alpe Campo

La Padania

domenica 28 settembre 2025

Mont de l'Âne 2400 m

Mont de l'Âne 2400 m, per evitare fraintendimenti "bucolici" meglio forse tradurlo e chiamarlo Monte dell'Asino.

Start comodo da Villeneuve 680 m, parcheggi e acqua.

Pedale infinito con qualche taglio fino a Les Combes 1350 m e poi ancora lunghissimo su sterrato tutto all'ombra con finestre panoramiche fino al grande pianoro dei 1920 m. Prima nevina dell'anno e finalmente un pò di Portage per sbucare sulla larga cresta hyperpanoramica ai 2190 m. Ultimo pedalino + spingi / porta e siamo al cimotto non ben indentificato dei 2400 m. Paninetto più buon del mondo e fanstasmagorica vista a 270 su tutta la VdA e gran parte dei 4000 ma la calamita è verso la Val di Rhemes con l'impressionante vuoto sotto i piedi. Zò de lè !

Oggi la neve nasconde parzialmente il sentiero ma non ci sono problemi tranne pochi metri dove la traccia dei pochissimi escursionisti saliti passa molto pericolosamente proprio sul bordo del precipizio senza ritorno ma credo che su secco sia qualche metro più in sicurezza. Fino alla Creux de Bouque 1690 m il sentiero segue sempre il bordo della falesia prima su larga e prativa cresta poi nel bosco con scorci impressionanti. ST ingegnoso, ottimo e scorrevole ma anche ricco di tornantini serrati e divertenti e qualche tratto ripido. Il vuoto è spesso a poca distanza ma mai particolarmente minaccioso. Vietato tagliare i tornanti, maledetti ! Le pochissime risalitine e ultima ripida scala sono ininfluenti, tutto è al Top con fondo ottimamente moquettato e solo parzialmente di terra e radici (le maxxis nuove hanno fatto il loro dovere). L'ultimo meraviglioso view point alla Creux regala anche qualche metro tossico di gradini ammazzabiker per poi continuare su flow imbarazzante. A seguire qualche tratto banale e ancora mulattiera enduro style con qualche taglio sulla via di salita. Non ci si può lamentare. Ai 1080 m deviamo a sx per ultimo tratto assurdamente perfetto di facili e veloci tornanti. Marooo ! Trasferimento via Ru Veulle, due spintarelle, qualche su e giù (volendo c'è anche la grande Panchina) e chiudiamo su Leverogne 740 m con ottimo sentiero a tratti tecnico. Bon, birretta e casa ? Non sia mai ! Acqua ad Arvier e spostamento a Mecosse 690 m (meglio scendere subito sulla Dora e traversare il fiume perchè il ponte di Mecosse è transennato per verifiche strutturali dal 2022). Richiamino da 150 scarsi di Portage e ottimo pedale sempre sterrato fino a Saint Nicolas 1200 m per andare a prendere il 24, tra i preferiti di tutta la Valle. Ma sorpresa ! sentiero chiuso e transennato per "caduta massi" dal 4/2025. Vabbuoh ! Troppo bello e ardito. Essendo chiuso la vegetazione è un filo maggiore del solito ma pur sempre tecnico ed impegnativo come piace a noi. I famosi massi si riducono a nr 2 metri a piedi per frana che ostruisce il sentiero. Finale ancora bellissimo proprio lungo la Dora.

In conclusione: Top tour autunnale, marca assolutamente giù.

Distanza: 47 km
Dislivello: 2600 m D-
Tempo: 9 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia gps: Mont de l'Âne



La Valle Centrale dai 2400 m

Si cercano volontari per la Becca Chamin

Verso la Crosatie

Mi sfugge il nome ...

Dalla Creux

Scorci salendo la forestale

Va che faccione

AI generated

Quando di dice sentiero a picco

Poserage

Dai che ci siamo

Nona e Pierre già asciutte

Caduta massi




sabato 20 settembre 2025

Val Bognanco - Laghi e passo di Variola 2250m

Start da Graniga 1080 m, bitume con pendenze regolari fino all'oratorio di San Bernardo 1620 m, breve tratto in discesa poi rattone mortale passando per il rifugio il Dosso fino all'alpe Paione 1780 m, ma col 26 davanti ce lo fumiamo :-) . Si prosegue in facile spinta fino al primo lago del Paione 2000 m. Da qui prendiamo a destra il lungo sentiero dei laghi, facile e panoramico, mai noioso, pulito e in molti tratti anche pedalabile. Arriviamo alla conca dei laghi di Variola 2140 m circa, ambiente magico, una vera sorpresa, affrettatevi se volete godere ancora di questi gioielli.
Pausa contemplativa e si scende in relax tra un tripudio di laghetti su magnifico sentiero di lastroni perfettamente segnalato. La surfata è relativamente breve ma vale la giornata. Arriviamo belli soddisfatti al bivio che incrocia il GTA, sguardo rivolto al passo di Andromia 2260 m che dovrebbe essere la seconda cima di giornata, col binocolo si riconosce parte di quello che doveva essere potenzialmente un bel sentiero disagio ma che ora appare in stato di abbandono: parte sotto infestata dalla vegetazione, parte alta solo una enorme frana. Vabbeh proseguiamo attraversando un tratto di pietraia e poi con discreto breve vertical fino al passo di Variola 2250 m. Splendido scorcio sulla val Divedro, sul Teggiolo, il monte Leone, il pizzo Valgrande e in fondo pure la forca di Aurona: tutto intorno solo pietraia, anche una eventuale discesa da quella parte la vedo durina per un bel tratto.
Pranzo e si scende: discesa breve ma divertente, qualche passaggio interessante, poi pietraia vietata ai comuni mortali e con qualche saliscendi si ritorna al bivio precedente. Da qui parte bene fino all'alpe Variola di sopra 1980 m, poi parte uno dei sentieri più noiosi che abbia mai percorso fino a tornare all'oratorio di San Bernardo (in bici si intende).
Riassunto: infinito sali scendi poco pedalabile, ci sono pochissimi tratti in sella per cui valga la pena, qualche tratto nel finale ma non ricordo neanche più in che punto del tragitto. Unica nota positiva l'incontro con Raffaele che sale bici in spalla per raggiungere l'alpe Dorca e poi scendere dalla costa d'Agrello. Concludiamo prendendo verso la Gomba 1200 m, prima su facile gippabile poi su divertente boschivo passando per Gallinera 1400 m, poi su discreto ma breve tornantismo e abbiamo finito.

In conclusione: prima metà top, seconda metà siamo sotto la sufficienza.

Consiglio: allungare partendo da Bognanco Fonti, magari salire ai laghi del Paione superiore (già censiti da Alberto) e perchè no una capatina al lago di Variola più alto e poi verso il pizzo del Rovale . Per la discesa, arrivati all'alpe Dorca scendere dalla costa di Agrello (tagliare per Monsignore), per la quale cito il report di Raffaele dopo averla percorsa: ''sotto l'alpe Dorca sentiero quasi nullo e ripido, poi iniziano gli alberi ma sempre ripido e poco evidente fino a un risalto roccioso da fare a piedi. Poi inizia il bosco e diventa una libidine. Non finisce mai. Altro tratto che si perde più sotto sopra l'alpe Agrello' .

1500 metri D+
8 ore