Start impronunciabile qualche km dopo Gressoney Saint Jean da parcheggino tattico, 1530 m.
Subito piacevole sterrato fino a La Trinité e trasferimento bordo fiume per Staffal.
Ai 1930 m cominciano le solite note rampe, feroci ed assassine ma con gamba fresca del mattino e spirito suicida si pedalano praticamente tutte. Verso il Gabiet 2300 m si può fiatare ma subito dopo si ricomincia con solo qualche piccola pausa. Per arrivare al Passo dei Salati 2980 m meglio alternare con qualche decisa spintarella. Si risale praticamente tutta la pista di servizio proprio sotto gli impianti ma al 18.10 tutto tace, non c'è anima viva in giro e tutto sommato non è male.
Dal passo il Corno del Camoscio è proprio una formalità da 100 m anche se la neve di oggi aggiunge un pizzico di disagio in più. 3024 m, bandiera tricolore e panorama stupendo a 360 con Piramide Vincent e Lyskam attori principali.
La discesa al Col d'Olen 2880 m è molto bella, non troppo tecnica tranne 1 solo passaggio.
Dal colle diventa più semplice fino ad incrociare le piste. Un taglio buono ed andiamo a prendere la risalita verso la seconda cima di giornata purtroppo per pratoni delle piste da sci.
Cambio assetto e via di Portage. Ai 2790 m anzichè proseguire fino al Passo di Zube seguiamo ottimi ometti che tutto su sfasciumi ci guidano fin sotto la caratteristica cima dominata da una specie di enorme masso proprio in cima. Tra le rocce si aprono finestre panoramiche da capogiro.
3022 m, un terrazzino incredibile con strapiombo sulla Valsesia. Marooo !
Zo de lè.
Si parte bene 2 m sotto la cima ma poco più avanti qualche decina di m a piedi sono inevitabili. Quasi ininfluenti perchè aggirato lo sperone roccioso si riprende scialli scialli seguendo la via di salita (volendo si potrebbe passare dallo Zube). Quasi tutto semplice ma simpatico e panoramico.
Allo stesso bivio dell'andata mamma regione dice esserci un sentiero non mappato che traghetta sul lago Gabiet. Possiamo non credere alla mamma ? Attraversiamo subito un altopiano, bellissimo e omettato, scendiamo più decisi su sentiero un pochino timido ma ancora ciclabile e ci affacciamo sul grande salto di roccia. 2 appiedamenti, uno breve ed esposto e uno più ripido un pochino più lungo (qualche decina di metri) alternati da qualche tornante ciclabile ma pericoloso. Vabbuoh. Il lungo traverso che segue lo credevo più pendente così lo abbandono e seguo tracce di sentiero senza problemi fino al Gabiet.
Trasferimento per piste e andiamo a prendere l'ottimo e ciclabilissimo sentiero per la Jolanda 2240 m (solo una sezione ben tecnica). A sx del caseggiato parte l'aviolancio. Sentiero tecnicissimo ma ottimamente tracciato per ingannare il pendio estremamente ripido. Tornantini a non finire, brevi ripidoni, nose press senza un domani con difficoltà continue e non trascurabili. Una libidine lenta ed incontrollabile che i soliti pignolazzi potranno contestare per qualche gradone fuori scala. Più sotto molla un attimo ma sempre molto tecnico con i tornanti a dx spesso ben incazzati. Marooo !
Attraversata la pista dei 1850 m l'hypertecnico diventa lussuria, sempre a chiocciola, fondo perfetto ed ancora tornanti non quantificabili in nr. Atterrati in paese vorrei dare il Nobel al Sindaco e limonarlo a lungo, un sentiero così andrebbe incorniciato e lucidato ogni giorno dalla signora Luisa.
Si capisce che mi è piaciuto ?
Struscio in paese a salutare le fans e si tacca zu di là per il defaticamento di giornata.
Prima a pedale, poi in soft Portage schivando la merda di vacca si va a prendere il balcone per Alpenzu Piccolo 1800 m. Luogo ameno e contemplativo che al tramonto diventa mistico ma soprattutto che offre un'ultima discesa difficilmente descrivibile. Assolutamente perfetta, guidata e libidinosa. Pioggia di tornanti uno più bello dell'altro su fondo impeccabile. 300+ m dell'aMMore che ci scodellano come da migliore tradizione letteralmente Nella macchina.
In conclusione: girone vario e di gran soddisfazione obbligatoriamente da programmare a fine stagione quando lo strazio degli impianti di risalita tace.
Distanza: 35 km
Dislivello: 2300 m
Tempo: 9 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia gps:
Si parte bene 2 m sotto la cima ma poco più avanti qualche decina di m a piedi sono inevitabili. Quasi ininfluenti perchè aggirato lo sperone roccioso si riprende scialli scialli seguendo la via di salita (volendo si potrebbe passare dallo Zube). Quasi tutto semplice ma simpatico e panoramico.
Allo stesso bivio dell'andata mamma regione dice esserci un sentiero non mappato che traghetta sul lago Gabiet. Possiamo non credere alla mamma ? Attraversiamo subito un altopiano, bellissimo e omettato, scendiamo più decisi su sentiero un pochino timido ma ancora ciclabile e ci affacciamo sul grande salto di roccia. 2 appiedamenti, uno breve ed esposto e uno più ripido un pochino più lungo (qualche decina di metri) alternati da qualche tornante ciclabile ma pericoloso. Vabbuoh. Il lungo traverso che segue lo credevo più pendente così lo abbandono e seguo tracce di sentiero senza problemi fino al Gabiet.
Trasferimento per piste e andiamo a prendere l'ottimo e ciclabilissimo sentiero per la Jolanda 2240 m (solo una sezione ben tecnica). A sx del caseggiato parte l'aviolancio. Sentiero tecnicissimo ma ottimamente tracciato per ingannare il pendio estremamente ripido. Tornantini a non finire, brevi ripidoni, nose press senza un domani con difficoltà continue e non trascurabili. Una libidine lenta ed incontrollabile che i soliti pignolazzi potranno contestare per qualche gradone fuori scala. Più sotto molla un attimo ma sempre molto tecnico con i tornanti a dx spesso ben incazzati. Marooo !
Attraversata la pista dei 1850 m l'hypertecnico diventa lussuria, sempre a chiocciola, fondo perfetto ed ancora tornanti non quantificabili in nr. Atterrati in paese vorrei dare il Nobel al Sindaco e limonarlo a lungo, un sentiero così andrebbe incorniciato e lucidato ogni giorno dalla signora Luisa.
Si capisce che mi è piaciuto ?
Struscio in paese a salutare le fans e si tacca zu di là per il defaticamento di giornata.
Prima a pedale, poi in soft Portage schivando la merda di vacca si va a prendere il balcone per Alpenzu Piccolo 1800 m. Luogo ameno e contemplativo che al tramonto diventa mistico ma soprattutto che offre un'ultima discesa difficilmente descrivibile. Assolutamente perfetta, guidata e libidinosa. Pioggia di tornanti uno più bello dell'altro su fondo impeccabile. 300+ m dell'aMMore che ci scodellano come da migliore tradizione letteralmente Nella macchina.
In conclusione: girone vario e di gran soddisfazione obbligatoriamente da programmare a fine stagione quando lo strazio degli impianti di risalita tace.
Distanza: 35 km
Dislivello: 2300 m
Tempo: 9 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia gps:
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Il Corno Rosso è quello a sx |
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Salita al Corno del Camoscio oggi innevata |
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Foto di rito al Caprone |
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Vincent e Lyskam |
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Valsesia |
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Cimotto prima del Rosso |
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Finestre panoramiche |
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Balconcino verso il Rosa |
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e verso la Valsesia |
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lato Lys |
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Là in fondo il Gabiet |
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Start dal Camoscio |
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Poser of the day |
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