sabato 22 luglio 2023

Punta di Leppe 3305 m dai laghi Laures-Lussert

Itinerario di estremo impegno, lungo e disagevole in una delle zone più impervie per le mtb.

La Punta di Leppe l'avevamo già scoperta per primi 4 anni fa qui Leppe. Oggi proviamo a raggiungerla dopo lunghissimo anello dai laghi Laures e Lussert per l'inospitale Colle di Laures.

Start da santuario di Plout 950 m per poter accendere subito un cero alla Madonna dei Disagiati. La
Strada Cavour tutta off road e a tratti ripidissima ci porta alle miniere di St.Marcel 1750 m al fresco e tra imponenti cascate. Ancora un po' di pedale e a 1850 m prendiamo labilissima traccia sulla destra (non è necessario salire all'alpeggio come da traccia). Lungo traversone ascendente con vari su e giù e con discreti tratti in sella fino a 1900 m dove comincia la musica dopo ultima breve discesina. Tutto Portage fino al plateau dei 2400 m per poi diventare Asburgico e ripidissimo fino al colletto dei 2650 m. Assolutamente nessuno in vista con panorama spaziale su tutta la plaine proprio sotto la Becca di Sale. Il successivo traverso discendente gira tutto attorno alla Becca fino ai laghi di Laures. Sentiero ben evidente e percorribile ma a tratti esposto e pochissimo ciclabile se non per qualche ardito tratto in discesa.
La vista sul primo lago è meravigliosa e la fontana del Bivacco un toccasana. Ripercorriamo ora la stessa traccia fatta qui Laghi Laures fino al lago superiore con tutto sommato discreto pedalage (visti i canoni di giornata). La cosa più logica sarebbe salire diretti al colle di Leppe ma il Colle di Laures sembra vicino a soli 200 m di dislivello di distanza. In realtà questi 200 valgono il triplo perchè il terreno è particolarmente accidentato e spesso coperto da grandi blocchi con vari pianori da attraversare e percorso spesso da improvvisare nonostante le amichevoli ma timide freccette gialle. Fatica e tempo volano via in un attimo ed arriviamo al colle belli limati alle 1630. Ancora laghi e laghi questa volta di Lussert. 5 min di pausa e zo de lè. Si fa per dire perchè prima c'è un'altra bella pietraia da passare e non sarà l'unica. Insomma fino al secondo lago la discesa è molto discontinua e ben poco adatta ai tasselli. Dal secondo al terzo e oltre finalmente ci si puo' trastullare anche con passaggi belli tecnici. Aggirato lo sperone della punta di Tsere ai 2750 m si cambia già assetto andando a scavare nello zaino tutta la forza di volontà rimasta inutilizzata nei giretti invernali. Si ritakka zu infatti belli violenti su altro muro del pianto fuori sentiero. A 2900 provvidenziale altopiano lunare ci regala due colpetti di pedale ma appena dopo è di nuovo disagio a fondo scala con pendenze monster e terreno friabile fino al colle Vallonet 3050 m dove la temperatura precipita e occore combattere anche contro forte vento da ovest. Gli ultimi 300 m sono solo testa, cuore e passo himalayano. Ore 1930, 4 gradi e .... cima ! Marooo che scarlingata !

Discesa ON: surfata su sfasciumi (peccato non avere gambe fresche qui), traversino io speriamo me la cavo e verso i 3000 ritroviamo il sentiero che scende dal Colle di Leppe. 700 m di meravigliosa discesa fatta quasi tutta d'un fiato vista la tarda ora. Al lago Layet intravedo segni di pala e picco e ci fiondiamo giù verso la cascata. Intuizione perfetta vista che il vecchissimo sentiero è stato appena ripristinato permettendo di evitare la noiosa strada poderale. Facilino ma molto piacevole e ben tracciato. Atterriamo nel pianoro rapidamente e ci catalpultiamo a bombazza fino a Servette (avendo tempo e luce bisognerebbe salire un pezzetto per andare a prendere il solito sentiero sotto il Croquet). Oramai è quasi buio nel bosco ma riusciamo a scendere ancora senza frontale su moquettina di larice prima e mulattiera pietrosa poi. Ci siamo, ultimi tagli e siamo alla macchina increduli di aver chiuso al pelo un girone da antologia del disagio.

In conclusione: 7 laghi, 3 colli e 1 cima over 3300 per un itinerario da nicchia della nicchia del disagio, riservato ai più incalliti cicloemarginati alla ricerca di dosi extra di sofferenza e bellezza.

Stay Wild
#JAGTeam

#ciclodisagio

Distanza: 36 km
Dislivello: 3200 m
Tempo: 13 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Durissimo++
Traccia Gps: Punta di Leppe 3300 m Disagio Edition












sabato 15 luglio 2023

Tour del Grand Nomenon 3400 m

Itinerario intervallivo di grande impegno tecnico e fisico. Prima discesa nota dal Colle Belleface 3100 m.

Il Bellaface è un ardito Colle tra la valle di Cogne e la Valsavarenche. Scarsamente frequentato anche dagli escursionisti a causa del lungo avvicinamento e dal suo impervio versante est si trovano solo criptiche relazioni ma le più recenti danno qualche speranza per il lato ovest. Andiamo a vedere.

Start da Pondel 893 m, parcheggio comodo con acqua e ombra. 300 m scarsi a pedale sulla regionale ed è subito ciclodisagio dai 1160 m di Vieyes. 2000 m praticamente senza toccare la sella se non per brevissimi tratti percorrendo per intero il vallone di Nomenon. Fino al bivacco Gontier 2300 m è normale e sudata amministrazione su sentiero pettinato, moquettato e solo a tratti vaginoso. Tutto il pianoro glaciale proprio sotto la Grivola 3969 m è semplicemente fantastico tra ghiacciai sospesi e lontane guglie inaccessibili. Il colle del Trajo sulla sinistra attira come la sabbia nelle mutande ma lo terremo in canna per una prossima scarlingata e ci inoltriamo verso la meta di giornata. Finito il pedalino panoramico si spinge scomodi su tracce di sentiero sempre più scarse ... vabbuoh ... segue sezione di blocchi instabili disagevole e faticosa .... vabbuoh ... poi terreno più compatto ma molto ripido brucia garretti per terminare con l'inferno degli ultimi 300 m ... marooo ! Estremamente faticoso, ripido, inconsistente e senza appigli.
L'Hillary Step del Ciclodisagio ! Finalmente tra le nebbie di giornata sbuca l'ambito colle sfiorando i 3100 m. Paninetto più buono del mondo e siamo pronti ... zò de lè.

Discesa ON: si parte subito gagliardi tra cattedrali di roccia e terreno quasi argilloso ma buono. Il versante è anche qui molto ripido e scosceso ma il sentiero c'è ed è ben tenuto ed evidente. Barzotti e felici scendiamo con cautela ma lasciando dietro di noi solo pochissime penalità potenzialmente anche evitabili.
Appena dopo il falsopiano dei 2800 la traccia precipita ulteriormente su fondo meno compatto e marcato. Quasi sabbioso. I cambi di direzione si fanno molto più difficili, stretti e ripidi ma non ci si puo' lamentare. Riguadagnato il versante erboso opposto dopo breve traversino il sentiero migliora ma l'impegno tecnico rimane sempre molto alto così come la concentrazione necessaria. Moltissimi tornanti sempre stretti ed esposti sono una sfida anche per i migliori trialisti ma alla peggio causano solo un po' di discontinuità ininfluente. Verso i 2600 tratto attrezzato da corde blue ma banali e quasi inutili. Oramai ci siamo con Bocconere Damon in vista dove un ultimo tratto esposto lascia spazio a pratoni più umani. Acqua a Bocconere Desot 2100 m e gran finale a chiocciola come già percorso qui Punta del Tuf. Bellissimo sentiero in condizioni impeccabili dalle mille svolte divertenti e molto varie.
Atterrati in paese 1500 m ci aspetta un lungo trasferimento prima su piacevoli forestali fino a Fenille poi stile F1 su asfalto fino a Chevrere 1100 m. Da qui in leggera discesa sterrata andiamo a prendere la classica salita verso P.Poignon fino al piccolo bacino idroelettrico 1250 m (ma si potrebbe salire ancora leggermente fino a Proraye). Sentiero nr 1 stile enduro, veloce ma piacevole fino a Champleval 1050 m per poi andarci a cercare qualche dirupo verso il canyon del torrente Eyvia. 1 corda blue e 1 tornate esposto da fare con cautela e via di goduria fino in pratica al classico sentiero di Pont d'Ael che facciamo al contrario. 2 spintarelle + discesina dopo la galleria e siano alla macchina freschi come delle rose.

In conclusione: itinerario non convenzionale ma di grandissimo interesse per la nicchia del Ciclodisagio autentico. 

Stay Wild
#JAGTeam

#ciclodisagio

Distanza: 35 km
Dislivello: 2600 m
Tempo: 10 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia Gps: Belleface 3100




































domenica 9 luglio 2023

Becca Changier 2731 m Tete Entrlor 2580 m

Diventa sempre più difficile scovare gironi inediti in VdA ma oggi il Team è al completo e giochiamo il jolly sfoderando dal cassetto una traccia da leccarsi gli alluci.

Doppietta quindi di cime con la Becca Changier 2731 m, panoramicissima e semi sconosciuta cima posta sull'inospitale versante orografico sinistro della magica val di Rhemes, e la Tete Entrelor 2580 m classicissima dello scialpinismo. Andiamo a vedere non avendo nessuna info sulla ciclabilità dei sentieri.

Start dalla tranquilla frazione di Proussaz 1420 m, bel parcheggino e acqua. Primo corto tratto bitumato, ma già ripido, fino a Courthoud 1680 m poi forestale mortale con rampe assassine fino all'alpe Feluma 2240 m (qualche spintarella è obbligatoria ma anche brevi traversini in relax). Panorami già a fondo scala verso il ripido versante della Punta Tzaboc 3214 m sopra la testa e della Punta di Bioula 3400 m su versante opposto. Ultime pedalate nel rigoglioso e ampio pianoro e takiamo zü verso il colletto dei 2450 m che regala stelle alpine ed accesso al nostro vallone di destinazione. Attenzione ai traversini esposti e molto single. Ancora un pochino di Portage e siamo al lago superiore 2650 m oggi non in formissima essendo ancora malamente svalangato e ghiacciato ma molto promettente per il disgelo. La Becca è meno di 100 m su di là ma non individuando ometti portiamo a spasso la bici ad cazzum tra pietraie, nevai e arrampicate varie alla ricerca di una fantomatica grotta che dovrebbe dare accesso alla cima. Non trovando un klinz abbandono la bici e ci arrampichiamo sulle guglie più alte: 2731 m e panorama ultra su tutta la Valle !

Zo de lè: si fa per dire perchè i metri in sella dalla quasi cima al lago sono .... 2 😂😂
Dal lago invece il sentiero è sempre ottimamente marcato, ripercorrendo la via di andata fino all'alpe superiore, con già interessanti passagi tecnici. Da Changier Superiore ci si sposta facilmente al laghetto stitico inferiore per poi tuffarsi letteralmente verso fondo valle. Vallone molto ripido ma sentiero magistrale con infiniti tornanti ottimamente disegnati e tenuti per almeno 350-400 m.
Marooo che goduria !
Verso i 2100 la discesa si velocizza ma si mantiene sempre bellissima con varietà di fondo e guida. Entrati nel bosco aghiforme moquette imperiale e tornanti più ampi. 1 corda blue ma ininfluente. Finale caldo ed erboso ma sempre lussurioso fino a Melegnon 1580 m. Più di 1000 m di discesa fantastica, lunga, varia e tecnica il giusto. Bis-marooo !

Trasferimento bollente fino alle porte di Rhêmes Notre Dame e a Pessey 1740 m ritakkiamo zü verticali ma brevi e circoncisi fino al Gran Ru 1840 m. Altra opera d'arte idraulica che ci permette di pedalare Zen per 1 km in leggerissima salita, all'ombra di meravigliosi larici su moquettina fresca da 3 spanne di sentierino. Tri-marooo !
Terminato il ru non resta che soffrire in silenzio alternando spintage-portage-pedalage e dopo il Rifugio delle Marmotte anche qualche madonnage risalendo la AV2 fino al Plan des Feyes 2400 m per poi deviare verso il Colle Gollien 2584 m. Meglio dosare le forze perchè anche l'ultima discesa nel vallone di Sort è totalmente ignota non avendo notizie di alcuna ruota tassellata per questi luoghi.
Foto da bigoli e zö de lè !
Altro sentiero da manuale del Disagio sempre ottimamente tenuto e ciclabile passando dai ruderi dell'alpeggio Sort e più sotto per il casotto PNGP 2300 m evitando totalmente l'estesa pietraia sotto la Testa. Dal casotto parte un lunghissimo traversone che taglia tutto il versante orografico dx assolutamente idilliaco. Alternanza di moquette, discese varie e mai banali e brevi risalite sudate ma sempre 99% pedalabili avendo tenuto riserva di energie nella gambetta. Lungo il percorso 3 alternative molto promettenti ci potrebbero riportare a valle ma la curiosità di arrivare fino all'ultimo casotto di Le Pechaud prevale. Il prezzo da pagare sfortunatamente sono 150-200 m di dirupo a chiocciola scarsissimamente ciclabile. Meglio deviare prima e scendere su Le Carré visto che sembrava molto invitante visto dal bivio. Il finalissimo invece termina scorrevole e senza problemi. Breve sterrata, trasferimento da moto GP e siamo all'auto.

In conclusione: itinerario inedito, 2 discesoni da panico e ambiente da 5 stelle regalano una giornata al Top della Vda. Marca giù !

Stay Wild
#JAGTeam
#ciclodisagio

Distanza: 35 km
Dislivello: 2600 m
Tempo: 10 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia Gps: Becca Changier Tete Entrlor