domenica 27 luglio 2025

Grand Tournalin 3379 m

Partito per una Roisetta mamme e bambini mi sono trovato in cima al Grand Tournalin, vabbeh siamo lì.

Tutto da copione come appunto per la Roisetta: La Magdeliene -> Chamois -> Fontana Fredda -> discesina nel vallone di Cheneil e si takka zü. A quota 2600 m vengo rapito dagli alieni che mi mandano in tutta comodità verso i Tournalin. Vabbeh salgo un pò poi vedo. Colle Tournalin 3145 m. Vabbeh salgo un pò poi vedo. Mauvais Pas 3250 m. Vabbeh oramai son qui ... (ocio alle corde blue, non si scherza un gazzo).
Grand Tournalin 3379 m ! Per la punta Nord magari ci pensiamo ....

Zò de lè: primi 100 m facilissimi su sentiero 5 stelle con supplemento vista spaziale poi ovviamente ci si deve accontentare di un 30% malcontato e a tratti rischioso. Poco prima del colle e poco dopo deportage d'autore. FBL ! Vabbuoh.
Appena sotto il colle riprendiamo il sentiero solito ben collaudato dal Petit Tournalin e dopo qualche brevissimo passetto è goduria in ambiente stratosferico. Questa parte mi piace sempre di più. Selvaggia ed esclusiva per le mtb.
Tornati al bivio .... Ambrogio .... avrei voglia di qualcosa di buono ....
Scapicollo su Cheneil dal sentiero 26. Igga se è difficile !

Cheneil -> Colletto -> Chamois -> Birra gelata.

In conclusione: dal colle Tournalin alla cima è da TSO trattamento sanitario obbligatorio. Non metto immagini da copertina social acchiappalaics per evitare istigazioni a delinquere.


Distanza: 35 km
Dislivello: 2200 m
Tempo: 8 h
Difficoltà tecnica: Molto Difficile +++ compresa la salita
Condizione fisica: Difficile
Traccia Gps: Grand Tournalin 3379 m





domenica 20 luglio 2025

Tour Concarena

Oggi Tour al cospetto della Concarena di cui tento la completa circumnavigazione.

L'idea risale a parecchi anni fa, finalmente ecco l'occasione, dom che n'va!

Start dal parcheggio di Cerveno (450 m), media Valcamonica, quota quasi padana. Dopo poche centinaia di metri lineari inizia subito una strada sterrata, è la via Crucis, ce lo ricordano le stazioni che incontreremo via via proseguendo. Tuttavia la strada si mantiene si con pendenze sostenute ma mai eccessive.. le sfacchinate più pesanti son solo rimandate.. Si passa per il piccolo abitato di Sommaprada e di Villa di Lozio dopodiché la situazione si fa più impegnativa: la carroccia aumenta la pendenza e il fondo diventa più tecnico ed ostico per i numerosi sassi mossi. Che fadiga..

Si tira fiato caricando la bici in spalla e raggiungendo il passo Ezendola (1973 m) con gli ultimi 250 metri di dislivello. Qui il sentiero è veramente poco visibile, con erba alta anche fin sopra le ginocchia. Giunti al passo si scavalla in Val di scalve scendendo per un sentiero con fondo smosso e franante, ma con attenzione pressoché ciclabile al 100% fino a incrociare il sentiero Lungo che ci riporterà con estenuanti sali e scendi fino al rifugio Bagozza. Finito il supplizio, c'è modo di ricaricare anima e corpo lungo la classica risalita al Passo di Campelli (1890m), ovvero un comodo stradone agevolmente pedalato con vista imperdibile sulle Dolomiti Scalvine. Dal passo, il giro dovrebbe essere tutto in bella e documentata discesa... ma non è così, è proprio ora che inizia il disagio.. purtroppo il sentiero fino alla baita Iseo e successivamente il sentiero dei contrabbandieri per raggiungere Cerveno si rivelano poco poco interessanti anzi potenzialmente da evitare (ocio). Il sentiero fino alla baita Iseo è si segnalato con frequenti bolli ma, specie nella prima parte, null'altro di più. Si deve pertanto procedere per prati a vista fermandosi spesso a cercare i bolli. Dopo aver attraversato un torrentello prosegue un continuo mezza costa pressoché non ciclabile finché il sentiero riprende a scendere in modo deciso ma sempre molto stretto.

Dopo aver raggiunto finalmente la baita Iseo (rifugio invece molto bello ed accogliente) tocca all'ultima sorpresa di giornata: il sentiero dei contrabbandieri risulta completamente franato e non percorribile! Dopo aver perso quota in mezzo a grossi massi e detriti, constato che risulta impossibile superare un ultimo tratto della frana per ricongiungersi al sentiero dell'altra parte (sempre che esista?!) ...incominciano a sentirsi i tuoni del temporale in arrivo e decido di ritornare sui miei passi e ritornare alla baia Iseo. Da qui, fortunatamente, parte un'altro single track (non degno di nota) che mi porta quasi fino all’abitato di Cerveno! Finalmente ritorno alla macchina dopo 10h di peregrinazioni, consumato ma con la consapevolezza di aver chiuso tutto intero un periplo impegnativo.

Per concludere, parecchio masochismo per via del tanto tanto pedale in salita e per i sentieri, pressoché non frequentati, non da top level (proprio maluccio la seconda parte) .. ma la Concarena e la conca dei Campelli è tanta roba pur essendo nelle Prealpi.

Dislivello: 2750 m+ (2600 senza andare a vedere la frana sul sentiero dei contrabbandieri)
Lunghezza: 40 km
Tempo: 8-10 h














sabato 12 luglio 2025

Punta Laval N 3083 m - S 3094 m - Punta Jean Vert 3150 m

Nel lontano 2020 avevamo già battezzato le Punte Laval N e S lasciando colpevolmente insoluta la più alta Punta Jean Vert 3150 m. Tocca tornarci per aggiungerla al CV del Disagio e già che ci siamo andiamo a dare un'occhiata anche su di là.

Tutto da copione con start da Les Druges 1600 m, pedale sudato fino a 2350 m di Grande Chaux, spingi/porta per il colle di St.Marcel 2906 m e ulteriore push per la Punta Laval N 3083 m e S 3094 m. L'ampia cresta di collegamento con la vetta di giornata è ben ciclabile, ampia e panoramicissima con strapiombo lato est fino alla base della pinna. Portage bello vertical da 100 e ci siamo. Jean Vert 3150 m, la cima è in realtà piatta e larghissima ma fenomenale view point sullo scibile del Disagio valdostano. Un a/r sarebbe, oltre che antiestetica, possibile ma la pinna è proprio ripida, di sfasciumi leggeri e con solo traccia di sentiero. Tipo Tersiva per intenderci. Oggi zò de lè con del buon vecchio freeride. Prima mamme e bambini poi dirupo verticale. Si potrebbe anche proseguire lungo la cresta Tessonet ma poi non c'è reale via d'uscita, ocio ! 5 min di targa nelle mutande e in un attimo siamo alle magnifiche praterie della Testa Doreire 2888 m e del Bivacco Muggia (seguire bene la traccia onde evitare chiamate all'elisoccorso). Ripreso il sentiero si torna nella normale amministrazione. E la cresta là difronte ? Andiamo a vedere. Invergneux contro mano e poco prima del passo deviamo su sfasciumi verso la cresta Vallonet-Penne Blanche. Fino a 3000 m si sale/scende bene ma poi diventa oggettivamente impossibile/inutile con roccia pessima e reali passaggi di arrampicata. No buono, ci vorrebbero ore tra smonta / rimonta bici per poi fare in sella forse qualche decina di metri. Vabbuoh. Si rientra alla base passando di nuovo dal colle S.Marcel con altri 400 diversamente pedalabili e una divertente discesa per la stessa via del mattino (vd precedenti itinerari in archivio).

Da notare: 1. il bel sentiero scovato 2 anni fa nei pressi del lago Layet è quasi scomparso nella vegetazione (infatti ho kannato il finale). 2. il traverso verso il Croquet è tutto da riverificare perchè tutta la zona è stata violentemente colpita dalle recenti alluvioni e oggi non avevo tempo x controllare.

In conclusione: ottimo itinerario che permette un tris di over 3000 e con logistica più comoda rispetto al viaggio fino a Cogne.

Dislivello: 2600 m
Lunghezza: 40 km
Tempo: 9 h
Traccia: Jean Vert 3150 m


verso il vallone St.Marcel

cresta esplorata verso Vallonet-Penne Blanche

Pinna della Tersiva ancora innevata

anche la Rossa ancora innevata

verso la J.Vert su facile dorsale

Motorini VIETATI

J.Vert 3150 m

3150 m ma sembra la ciclabile del Villoresi